Anticamente conosciuta con il nome di S.Maria della CaritĂ o Santa Maria in Ripa
(nome assegnatole in quanto all’epoca di fondazione il mare lambiva i suoi confini), fu sempre governata dai padri carmelitani.
Nel XIV secolo provenienti dall’oriente, i padri trovarono facile approdo ed accoglienza sulle coste pugliesi e siciliane.
In particolare, in terra di Puglia si stabilirono a Morciano di Leuca e Barletta.
Dell’intero complesso architettonico costituito da Chiesa e convento, la Chiesa fu edificata per prima (XIV sec.) e successivamente nel XVII secolo fu edificato il convento, che a giudicare dalle dimensioni, dalla ripartizione degli ambienti e da testimonianze documentarie, doveva ospitare un numero considerevole di confratelli.
La loro laboriosa presenza ed affabilità , in breve tempo conquistarono la simpatia e la benevolenza del borgo marinaro e dei nobili che in esso risiedevano, che non mancarono di elargire nei secoli cospicui lasciti e donazioni, così come si evince dalle cronache e documentazioni d’epoca.
A causa del terremoto del 20 marzo 1731, che provocò il crollo della facciata e gravi lesioni alla struttura, i frati furono costretti alla riedificazione del tempio. L’opera avvenne in breve tempo favorita delle loro buone condizioni economiche.
Chiesa e convento furono soppressi con decreto del 7 agosto 1809. Per la consegna dei beni fu costituita una apposita commissione che dopo aver censito il cospicuo patrimonio, affidò un importante baule pieno di antiche pergamene, alla prefettura di Bari. Con l’ulteriore trasferimento al Grande Archivio di Stato di Napoli, il prezioso contenuto andò letteralmente in fumo durante l’incendio avvenuto nel novembre del 1943.
Sotto la dominazione francese il convento fu destinato alla Direzione della Marina, mentre la Chiesa fu utilizzata come ricovero per la riparazione delle barche.
Con il ritorno dei Borboni Chiesa e convento furono liberati dagli occupanti e con lo scopo di fare restaurare l’intero immobile, e restituire al culto la Chiesa, furono interpellate le famiglie patrizie Barlettane. All’appello rispose la famiglia De Martino, che acquistò l’intero complesso, con l’obbligo di restituire al culto la Chiesa. Una lapide posta in alto sull’ingresso principale della Chiesa, riporta memoria e data dell’avvenimento (1836). Durante il secolo scorso, la storica struttura è stata interessata da un altro periodo di abbandono e disfacimento (anni ’70 -’80), interrotto da importanti lavori di restauro conservativo effettuati dagli eredi De Martino. Attualmente è stata recuperata all’uso, strutturando all’interno del convento mini alloggi, mentre la pregevole Chiesa riaperta al culto ospita saltuariamente anche eventi concertistici. |